Questi due anni di attività parlamentare sono stati per me intensi e difficili, sia sul piano personale che su quello più specificatamente politico. Il tentativo di contribuire a segnare una qualche discontinuità con i precedenti governi, sostenendo il Governo Prodi sulla base di un programma concordato, si è rivelata un’illusione: non si è riusciti, se non per piccoli frammenti e per di più scarsamente visibili, a realizzare i punti più avanzati di quel programma, a mettere in cantiere, da subito, provvedimenti che potessero segnare un miglioramento concreto delle condizioni materiali e nell’affermazione dei diritti di coloro che continuano ad essere i meno garantiti.
I poteri forti sono riusciti a stoppare o a rendere il meno efficace possibile qualunque azione che potesse sfiorarli, usando anche metodi non propriamente ortodossi, (ad esempio, la sostituzione di una parola, nottetempo, in importanti leggi, quali le finanziarie, che non potevano essere più modificate a meno di decadere). In nome della salvezza del Governo, sicuramente il migliore possibile visti i rapporti di forza, abbiamo dovuto approvare scelte che più di una volta hanno smentito noi stessi. Abbiamo sopportato il peso della rappresentanza istituzionale, avvertendo, di tanto in tanto, lo sgretolarsi della possibilità di rimanere in sintonia con i nostri elettori, di essere leggibili nelle nostre azioni, a volte sentendo di essere percepiti come la controparte, di doverci difendere, ribadendo che essere parlamentare non vuol dire automaticamente avere potere, non implica necessariamente un allineamento ad una condizione di privilegio, non significa sentirsi inevitabilmente parte della casta.
Sono stati due anni vissuti in una dimensione duale, in cui il livello personale e quello politico non si sono incrociati quasi mai, né nei luoghi, né nei tempi, dunque difficili da gestire per chi ha costruito la sua vita proprio sul tentativo di non separare mai quei due piani. E’ questa la ragione principale che mi ha spinto a non accettare la candidatura come capolista al Senato per la Sinistra, l’Arcobaleno. L’esperienza di questi due anni di lavoro parlamentare e la proposta di candidatura mi hanno posto di fronte alla difficoltà di conciliare serenamente l’impegno istituzionale romano con l’esigenza, per me imprescindibile, di mantenere quei rapporti di qualità con la mia comunità di riferimento (a partire dalla mia famiglia) necessari a dare senso alle mie azioni: sono convinta che per essere minimamente credibili, in primo luogo con noi stessi, sia necessario assumere comportamenti coerenti con le proprie aspirazioni, stabilire, con chi ci è immediatamente vicino, modalità di relazione che prefigurino la società che vorremmo costruire.
So che questa scelta può aver deluso molti e può aver creato qualche difficoltà a la Sinistra, l’Arcobaleno, ma sono certa che un progetto politico di spessore e di prospettiva non debba dipendere da un nome, piuttosto debba essere capace di esprimere la forza dei propri contenuti intercettando quelle donne e di quegli uomini che, dalle istituzioni o dalla base, vorranno riprendere la parola, che vorranno portare avanti, da protagonisti, il progetto di trasformazione del mondo. Come dice Fausto Bertinotti in una recente intervista al Manifesto: una volta sofferta la composizione delle liste, piuttosto che recriminare, affoghiamola moltiplicando i luoghi della partecipazione.
Ringrazio le compagne e i compagni di Rifondazione Comunista, dal gruppo dirigente a tutti i circoli della Basilicata, per la fiducia che hanno riposto in me nello scegliermi per due volte come loro rappresentante.
Nei momenti più difficili mi sono stati di conforto le compagne e i compagni del nostro gruppo parlamentare (e non solo): Josè, Haidi, Maria Celeste, Titti, Daniela,… Olimpia, con cui ho condiviso praticamente tutta la mia vita romana, e non solo: l’appartamento, la Commissione, il treno, il luogo di nascita, l’amore per la Basilicata ed il Cilento, le preoccupazioni per i figli (due, maschi e quasi della stessa età!), lo studio, le riflessioni, i dubbi, le angosce, ma soprattutto tante, tante risate. A tutti loro il mio grazie per esserci stati e per esserci.
Il ringraziamento più sentito va, infine, alle cittadine e ai cittadini lucani che mi hanno sostenuto, dimostrandomi stima e affetto anche nei momenti più difficili. Il mio impegno in politica non verrà meno poiché, come dice qualcuno: se vuoi cambiare il mondo puoi farlo dal posto di lavoro, dalla terra che coltivi, dalle chiese, dai comitati, dalle associazioni, dai partiti, …O ancora, come ci racconta Marcos: Visto dall’alto il mondo si rimpicciolisce e non ci entra altro che l’ingiustizia. Ma visto dal basso il mondo è così spazioso che c’è posto per l’allegria, la musica, il canto, il ballo, il lavoro degno, la giustizia, l’opinione e il pensare di tutti…
Sen. Anna Maria Palermo
1 commento:
La ringrazio per Blog intiresny
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