venerdì 21 marzo 2008

No alla mega discarica!

Per chi ha perso la memoria, per chi c'era e per chi non c'era, ricordiamo:

- Il volantino del PRC del 5 febbraio 2006
- L'articolo di Margherita Agata sul Quotidiano della Basilicata del 31 gennaio 2006

Inoltre pubblichiamo di seguito il comunicato ricevuto dalla O.L.A.:


LA REGIONE SI OPPONGA ALLA MEGA DISCARICA INDUSTRIALE IN VAL BASENTO

La O.L.A. (Organizzazione Lucana Ambientalista), coordinamento territoriale apartitico di associazioni, movimenti, comitati e cittadini, nell'apprendere che nella prima delle due sessioni plenarie della Commissione VIA si è dato parere favorevole alla realizzazione di una mega discarica di rifiuti pericolosi in territorio di Ferrandina (MT), evidenzia ancora una volta come la Basilicata sia ormai diventata "terra asservita all'interesse nazionale".
Questo accade anche in mancanza di un piano regionale di gestione rifiuti a cui la Regione Basilicata si sottrae attraverso deroghe e inadempienze, impedendo in questo modo l'autodeterminazione che le comunità chiedono a gran voce di perseguire contro i progetto calati dall'alto.
La O.L.A. oltre ad evidenziare che sul sito web del Ministero dell'Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare, alla voce "progetti di osservazione da parte del pubblico" non vi sia alcun riferimento all'opera esaminata dalla Commissione VIA, denuncia la mancata applicazione della Direttiva Comunitaria 2003/35/CE in materia di partecipazione del pubblico nell'elaborazione di piani e programmi in materia ambientale, aprendo in questo modo ulteriori strade verso infrazioni comunitarie.
Nel prendere atto che questa ennesima vicenda conferma la superficialità colpevole della Regione Basilicata, così come dimostrano le dichiarazioni al Quotidiano di Basilicata da parte del Sindaco di Ferrandina che conferma ancora una volta di non essere stato interpellato in proposito, la O.L.A. chiede ai cittadini ed alle forze sindacali di far sentire la propria voce contro chi vuole scaricare in Val Basento altre migliaia di tonnellate di rifiuti industriali tossici e nocivi approfittando del ricatto occupazionale e della bonifica che tarda ad essere effettuata.

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