lunedì 25 giugno 2007

Comunicato: PRC e maggioranza regionale

La ridda di voci sul rientro nella maggioranza e magari nella Giunta Regionale del nostro partito, ci impone la necessità di offrire a quanti fanno cronaca ma sono incapaci o impossibilitati a raccogliere le notizie alla fonte, così come a qualche volenteroso quanto vanitoso canterino, la posizione assunta dalla Segreteria regionale del PRC all’incontro voluto dal presidente De Filippo per raccogliere il parere di Rifondazione sulle dimissioni della Giunta e sulle possibilità di ricomporre eventualmente la Maggioranza politica che due anni fa l’aveva eletto, cioè compreso R.C.
Agli incontri R.C. si è presentata con una posizione politica condivisa con il PdCI, i Verdi e Sinistra Democratica, forze politiche con le quali si è conseguito preliminarmente un patto di consultazione permanente.
Abbiamo anzitutto condiviso col Presidente De Filippo e coi Segretari regionali Ds, Margherita, Udeur, Sdi che la situazione critica nella nostra regione non consente di perder tempo e che occorre ricomporre immediatamente un quadro politico stabile. Proprio per tale motivo, abbiamo detto con estrema chiarezza e determinazione che avrebbe senso chiedere a Rifondazione Comunista di rientrare nella maggioranza solo a condizione che si vogliano trarre le conclusioni conseguenti al diffuso giudizio che il voto - materano soprattutto ma non solo - reclama la chiusura definitiva e convinta di una fase della politica di Centro Sinistra in Basilicata e un nuovo avvio, con uomini nuovi, nella Giunta, nella dirigenza regionale, negli enti che veramente servono; di acclarata competenza e professionalità; imponendo ai partiti, in questo momento, un passo indietro, soprattutto per dare il segnale chiaro e inconfondibile che i partiti intendono ricercare il consenso elettorale e politico sui programmi e sulle idee, non nell’intreccio tra politica e affari, nel clientelismo, nel familismo, nel populismo.
Sono queste, d’altra parte, le ragioni che portarono Rifondazione, nel gennaio scorso, ad uscire dalla Maggioranza. Occorrono segnali certi che si vogliano cambiare i suonatori oltre che la musica.
Abbiamo accompagnato questa richiesta politica con un documento – anche questo comune a tutte le altre forze strette nel patto di consultazione – per contribuire con le nostre proposte all’eventuale aggiornamento del Programma della Maggioranza, specie nel merito delle problematiche che più ci stanno a cuore: lavoro & precarietà, ambiente, energie, avanzamento sociale nei nostri territori, il ruolo della Basilicata nel Mezzogiorno e nel Mediterraneo.
Ora, tocca ai partiti di maggioranza dare, se lo ritengono opportuno, risposte altrettanto chiare. Noi possiamo solo ribadire che non accetteremo mediazioni, compatibilità che tornino magari utili agli equilibri interni dei partiti, non certo agli interessi generali della Basilicata. Non se lo può permettere più nessuno. Tanto meno chi queste cose le va denunciando da tempo.


Michele Saponaro - Segreteria regionale PRC

sabato 23 giugno 2007

Vertenza "Giovani in Basilicata"

La condizione dei giovani in Basilicata e nel Mezzogiorno, è preoccupante; la precarietà determina contraddizioni molto più avanzate rispetto ai luoghi di maggiore benessere e produttività: infatti non si pone soltanto come condizione lavorativa ma si afferma in maniera totalizzante.
La precarietà in Basilicata è sinonimo di mancanze: mancanza di lavoro, di prospettive, di luoghi e momenti di aggregazione, di incontro e crescita collettiva, di indipendenza ed autonomia.
Queste mancanze che si riassumono emblematicamente nel fatto che i giovani lucani vivono in un contesto in cui un quarto delle famiglie è al di sotto della soglia di povertà, rappresentano il vero e proprio dramma di questa regione, anche perché creano dipendenza e subordinazione verso chi ci governa.
Gli stessi giovani sono tra i primi posti in Italia per il consumo di droghe pesanti e di questi in particolare le donne.
La giunta regionale ci ha proposto il "Patto con i giovani", una legge che si pone l’obbiettivo di risolvere la complessa questione giovanile dimostrandosi invece, ad un anno dalla emissione, sterile ed inefficace. Per una serie di ragioni.
Innanzitutto c’è la questione della partecipazione giovanile.
La giunta, tra falsi proclami e slogan propagandistici, scriveva di un patto che si fondava sul dialogo e sull’interazione constante. Nei fatti oggi ci chiamano ad interloquire a cose già fatte, come spettatori più o meno interessati. Avremmo preferito che davvero i giovani e non soltanto il ceto politico giovanile fossero considerati fin dall’inizio come soggettività sociale. Di fatto è mancato il coinvolgimento di tutte quelle realtà come la scuola, l’Università, le associazioni giovanili che sono i luoghi naturali dell’aggregazione sociale. Pensiamo che l’autonomia ed il protagonismo giovanile siano percorsi che si costruiscono giorno per giorno, la democrazia non è un allenamento oratorio ma una pratica reale. La politica deve avere il coraggio di stimolare questa pratica.
Invece il Patto risulta essere null’altro che la semplice accozzaglia di provvedimenti già esistenti, messi insieme a formare un pacchetto che a noi pare utile solo per proliferare il consenso elettorale. 81 milioni di euro sono una somma abbastanza considerevole. A noi non basta sapere che queste risorse vengono spese ma ci interessa il modo in cui si investe. Proprio perché, a differenza di chi ha scritto questo Patto, non crediamo che il talento sia una virtù individuale, quasi un fattore genetico, ma che debba essere un valore collettivo che si da in condizioni di uguali possibilità.
Consideriamo di primaria importanza intervenire sul tema del diritto allo studio e sulla lotta alla precarietà.
Per quanto riguarda la questione del DIRITTO ALLO STUDIO esigiamo politiche che siano realmente incisive. È ridicolo che a fronte di un 25% dei giovani a rischio povertà, il bilancio annuale dell’ARDSU sfiori a mala pena il tetto dei 10 milioni di euro. Considerando che la maggior parte di queste risorse servono per pagare le spese amministrative e del personale, solo circa 6 milioni vengono utilizzate a scopo sociale. di questi 2,5 milioni vengono utilizzati per l’erogazione delle borse di studio. Chiaramente questa cifra non copre quello che è il fabbisogno reale: gli aventi diritto, infatti, sono molti di più dei beneficiari. Gli alloggi universitari a Potenza ospitano soltanto 128 studenti, i quali spesso riscontrano disagi legati alla qualità dei servizi (lo dimostrano alcune petizioni di protesta firmate da studenti e consegnate agli uffici di presidenza dell’ARDSU ). Chiediamo di aumentare gli investimenti nel diritto allo studio affinché tutti gli aventi diritto possano usufruirne, di aumentare il numero di borse di studio da erogare, prevedere ulteriori posti letto nelle Case dello Studente, agevolare le condizioni dei pendolari e dei fuori sede e riconoscere in maniera più generale la condizione dello studente nella città facilitando l’accesso ai trasporti, agli eventi culturali e ricreativi. Punti questi del nostro programma elettorale che ha visto vincere a Potenza alle elezioni del CNSU la lista “A Sinistra in Movimento” con il 30% dei consensi.
Il Presidente De Filippo ha dichiarato pubblicamente che grazie al Patto con i Giovani 1000 ragazzi hanno trovato un impiego. Questo dato non ci risulta. Sappiamo invece che 576 aziende hanno fatto richiesta per 1000 posti di cui solo il 25-30% si tradurranno in assunzioni reali. Poiché si rischia di scemare nella propaganda e visto che non ci sono dati ufficiali ai quali fare riferimento chiediamo una valutazione di placement con valutatori indipendenti pagati dall’UE che fanno parte delle misure di accompagnamento dei programmi e sono necessarie al fine della trasparenza. Abbiamo il diritto di conoscere il numero effettivo delle persone che lavorano, la reale portata dell’impatto occupazionale e, soprattutto, la qualità dei livelli occupazionali, visto che il 38% dei giovani laureati che trovano occupazione in Basilicata non sono soddisfatti perché sotto-utilizzati rispetto alle competenza. Questo è il dato più alto in Italia (dati ISTAT 2005). Inoltre va ricordato che il 52% dei giovani laureati lucani trovano occupazione solamente fuori regione.
Un Patto con i Giovani che si rispetti, di questi tempi, dovrebbe essere innanzitutto un patto contro la precarietà: vincolare i sussidi alla creazione di posti di lavoro stabili, prevedere un’integrazione di reddito per i periodi di inattività, mantenere vive le esperienze lavorative e di formazione nelle fasi di transizione, immaginare forme di salario sociale per alleviare il disagio materiale e morale.
Ma il punto principale di critica che noi sentiamo di fare al Patto con i Giovani riguarda la totale mancanza di una programmazione strategica degli investimenti che possa essere di lungo periodo e parta dalla vocazione del territorio e dei giovani.
I dati parlano chiaro: 27000 sono i giovani disoccupati (36%), di questi 3000 non hanno alcun titolo di studio e 8000 solo la licenza media. Riteniamo prioritario che per questi venga attivato un piano di formazione e di riqualificazione professionale
Considerato che vanno inclusi anche 13000 diplomati e 3000 laureati ci chiediamo e chiediamo al governo regionale che fine faranno questi giovani, quali possibilità avranno, come la regione influirà per garantirne una occupazione reale e stabile.
A dire il vero l’unico dato che riusciamo a notare è che nei prossimi sei anni (2007-13) 4000 giovani a basso livello di istruzione usciranno dalla scuola per entrare nel mercato del lavoro; lo stesso vale per 12000 diplomati e 13800 laureati. Come si governeranno queste fasi di transizione, quali ulteriori patti verranno inventati per fingere di risolvere queste emergenze?
A noi interessa ragionare su questi dati, su dati vivi che chiedono una programmazione di prospettiva che si differenzi dall’elargizione di finanziamenti a pioggia ad un tessuto produttivo che per il 78% è fatto di micro-imprese fino a 10 dipendenti che non presenteranno nel tempo aumenti dell’offerta occupazionale. Parliamo di una programmazione integrata che si fondi sull’innovazione, e sulla valorizzazione del territorio.
Ci risulta che dai fondi FESR della programmazione 2007-13 soltanto 31 milioni su 300 sono destinati ad attività con contenuto occupazionale in linea con i livelli di istruzione universitaria. Risultato: 100-150 persone ne usufruiscono rispetto ai 2300 laureati che ogni anno escono dall’università.
Investendo nella ricerca, con contratti fino a quattro anni, considerando 2000€ al mese pro-capite con 170mln €, poco più della metà del FESR avremmo 1700 occupati in più.
Questo vuol dire programmare l’azione politica partendo dalle reali necessità dei giovani.
Per queste ragioni apriamo oggi una vertenza con l’amministrazione regionale, ponendo domande sui bisogni reali e per le quali attendiamo risposte immediate.
Ci chiediamo infine quale modello umano e di relazioni sociali, quale modello istituzionale la politica lucana ci sta offrendo oggi. Sono innanzitutto i giovani a chiedere altra umanità, altra civiltà, altro tipo di moralità a questa classe dirigente.

Giovani Comuniste/i di Basilicata

lunedì 18 giugno 2007

Lettera aperta ai bloggers ferrandinesi

Come iscritti al circolo del Partito della Rifondazione Comunista di Ferrandina, pensando di interpretare il sentimento degli altri iscritti e di tutti i nostri elettori e simpatizzanti, ci sentiamo in dovere di intervenire in merito ai numerosi post di utenti anonimi che sul blog ferrandinapensa&vota hanno deliberatamente infangato la nostra ideologia di riferimento e la nostra memoria storica, spesso attraverso una brutale opera di generalizzazione e di parziali ricostruzioni storiche.

Il messaggio che si vuol far passare è chiaro: affiancare, nelle colpe e negli errori, gli opposti estremismi, in un matassa inestricabile di superficialità, qualunquismo e revisionismo.

Equiparare il comunismo e il nazifascismo, i partigiani e i fascisti, gli oppressi e gli oppressori, mischiando in un unico calderone foibe, lager, noglobal, brigate rosse, come è stato più volte fatto, vuol dire strumentalizzare la Storia!

Ognuno è libero di dire quello che vuole, assumendosi apertamente le proprie responsabilità, ma non può certo far passare messaggi mistificatori per verità assolute!

Questo nostro intervento non vuole avere nessun intento censorio e nessuna pretesa di ricostruzione storica, cosa questa che non spetta certamente a noi: vogliamo solo specificare alcuni punti per una discussione più precisa e sgombra da ogni equivoco.

Vogliamo gridare la ferma condanna contro le degenerazioni staliniane, le dittature totalitariste, l’annientamento dei diritti civili dell’uomo, la pratica barbara e vile del terrorismo. Errori, orrori, storture che hanno attraversato e macchiato la Storia, tutta la Storia, compresa quella ormai lunga del movimento comunista.

Vogliamo difendere il carattere democratico e antifascista della Repubblica e della sua Costituzione, nata dopo la lotta di liberazione dal nazifascismo condotta da tutte le forze democratiche italiane con il sostegno degli Alleati angloamericani.

Vogliamo riaffermare, con forza, la specificità del comunismo italiano, il grande contributo di idee e di uomini che il PCI ha saputo dare alla crescita sociale e culturale di tutto il Paese.

Comunisti erano:
Antonio Gramsci, il fondatore del PCI, uno dei padri del pensiero moderno europeo ed italiano;
Palmiro Togliatti, “il Migliore”;
Luigi Longo, il comandante “Gallo”, stratega della Resistenza italiana, presidente del Comitato di Liberazione Nazionale;
Umberto Terracini, il primo firmatario della Costituzione Italiana;
i 7 fratelli Cervi, martiri contadini della Resistenza fucilati dagli invasori tedeschi;
i siciliani che lottavano per le terre massacrati a Portella della Ginestra dal bandito Salvatore Giuliano, assoldato dalla CIA;
Luchino Visconti, Roberto Rossellini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Cesare Pavese, Italo Calvino, Alberto Moravia, Leonardo Sciascia e i loro travagli artistici ed intellettuali;
Pier Paolo Pasolini, con il suo immenso talento e la sua diversità;
Pio La Torre e Peppino Impastato, massacrati dalla mafia per le loro battaglie;
Enrico Berlinguer e la sua acclarata integrità morale;
Nilde Iotti, già partigiana e apprezzata Presidente della Camera dei Deputati;
comunisti sono Pietro Ingrao e Fausto Bertinotti, con i loro vecchi e nuovi incarichi istituzionali; Nichi Vendola, il suo moderno meridionalismo, la sua fede, la sua omosessualità.

Comunisti, in Italia e nel mondo, sono tutti coloro che sentono dentro il malessere delle ingiustizie sociali, che lottano per superarle, che pensano che questo non sia il migliore dei mondi possibili, che provano a non omologarsi al pensiero unico del mercato e delle sue logiche, a costruire una società libera, equa e multiculturale, dove la civiltà prevalga sulla barbarie.

Rifondare il comunismo, oggi, significa provare, attraverso la pratica della non violenza e insieme ai Movimenti, a stabilire un ordine mondiale diverso e a costruire un nuovo umanesimo. E’ la nostra dolce utopia…

Questo siamo noi, queste sono le nostre radici, questo è quello che vogliamo.

Siccome sono in ballo le idee e le sensibilità di milioni di uomini e donne, pretendiamo nei vostri liberi discorsi serietà e onestà intellettuale: non dipingeteci per quello che non siamo!

Anche perché… non ci avrete mai come volete voi!


Pietro Monteleone
Nicola Agata
Nicola Monteleone
Ferdinando Eustazio
Alfonso Cancellara
Rosa Rivelli
Giuseppe Dubla

venerdì 15 giugno 2007

Partito della Sinistra Europea


Nasce anche in Italia il Partito della Sinistra Europea, fondato a Roma nel maggio del 2004, con un congresso che vide la partecipazione di oltre 300 delegati in rappresentanza di 15 formazioni politiche di sinistra, comuniste, socialiste e rosso-verdi di tutta Europa, tra cui anche il nostro Partito della Rifondazione Comunista.

La Sinistra Europea unisce tutte quelle forze che si battono per un modello di società differente da quello neoliberista, che sono impegnate contro la guerra e il riarmo e per la costruzione dell'Europa sociale. Si sente parte del movimento dei movimenti, per un'altra globalizzazione. L'organizzazione della Sinistra Europea è a rete, attraverso gruppi di lavoro orizzontali sui vari temi di comune interesse politico, coordinati dall'Esecutivo.


Dalla Dichiarazione comune dei primi promotori della Sinistra Europea in Italia:

Proponiamo un nuovo modo di stare assieme: comunisti che hanno praticato un'innovazione politica di sinistra, a partire dalla scelta della nonviolenza, soggettività politiche della sinistra socialista e laburista che, criticando il liberismo, vogliono andare oltre le esperienze socialdemocratiche, credenti che dalle proprie ragioni di fede traggono motivi di radicale impegno sociale, donne e uomini impegnati in forze sindacali che hanno praticato esperienze nuove di conflitto e di relazione con i lavoratori, esperienze del femminismo, dell'ambientalismo critico, nei movimenti dei diritti civili e delle libertà contro la repressione e il proibizionismo, nei movimenti di comunità e nei comitati delle mille vertenze locali, dell'acqua, del territorio e così via, nei movimenti impegnati sul fronte della cultura, della libertà di espressione, della conoscenza come bene comune, in realtà del volontariato impegnato nella solidarietà e nella cooperazione, nel nuovo movimento pacifista, nei movimenti della varie pratiche della disobbedienza e del conflitto sociale, possono unirsi in un progetto comune che parta dal riconoscimento delle differenze e del rispetto dell'autonomia e dell'identità di ciascuno.
A tutte e a tutti questi, e alle donne e agli uomini che vogliono vedere sorgere presto in Italia una nuova sinistra capace di trasformare la società e di dare forza ed efficacia all’azione dei governi di cui possa fare parte, dando voce e rappresentanza ad interessi sociali alternativi, proponiamo il progetto della costruzione in tutti i territori delle case della sinistra e dei laboratori sociali, luoghi di cittadinanza, di partecipazione, di comunità.

Info: http://www.sinistraeuropea.it

Roma Pride 2007

giovedì 14 giugno 2007

Dubla risponde

Ciao a tutti!
Innanzitutto grazie per le attestazioni di stima e di fiducia che ricevo quotidianamente. Spero di non deludere le aspettative di quanti hanno creduto nel progetto di Uniti per Ferrandina. Sto prendendo confidenza con i meccanismi amministrativi, ma soprattutto sto riscontrando una grande voglia di partecipazione da parte dei cittadini. Questo è l'aspetto più gratificante ed emozionante di questa esperienza che sta iniziando. Ma veniamo ai fatti concreti. Per quel che riguarda gli impianti sportivi, è chiaro che bisogna avere un quadro complessivo dello stato dell'arte per poter elaborare un piano complessivo finalizzato alla risoluzione dei problemi. In primis c'è da risolvere il problema dell'agibilità dello stadio S. Maria, poi della fruibilità del palazzetto dello sport, per non parlare del campo dei Cappuccini con annessi spogliatoi ecc..
Ad oggi non posso sbilanciarmi in proposte che inevitabilmente si tradurrebbero in euro, poichè lunedi 18 giugno si terrà la prima giunta, per cui avremo un quadro complessivo dal quale partire. La mia idea è quella di dare soluzioni definitive a problemi antichi, per non disperdere denaro pubblico in progetti "tappa buchi" assolutamente temporanei. Ci sono proposte anche sul palazzetto dello sport che potrebbero trovare accoglienza e offrire soluzioni degne di questo nome. Ma, ripeto, non posso oggi assicurare questo o quello perchè abbiamo bisogno di fare i passi giusti nella direzione più giusta. Spero di poter essere più esauriente e dettagliato tra qualche giorno. Nel frattempo chiunque abbia in mente iniziative sportive, suggerimenti utili può contattarmi attraverso questo sito o venire in municipio
Vi saluto perchè ho il turno di notte che incombe!!!

Giuseppe Dubla

mercoledì 13 giugno 2007

G8 a Genova, «la polizia ha infierito»

Non è un argomento di stretta attualità ma i fatti di Genova non possono non suscitare ancora rabbia.
E' per questo che chiediamo una commissione di inchiesta parlamentare come era scritto nel programma dell'Unione.




Da www.corriere.it:

Testimonianza choc in aula del vice questore aggiunto Fournier
G8 a Genova, «la polizia ha infierito»
«Durante le indagini non ebbi il coraggio di rivelare un comportamento così grave: la scuola Diaz come una macelleria»

Sugli incidenti accaduti a Genova in occasione del G8 è arrivata un'ammissione importante: «Durante le indagini non ebbi il coraggio di rivelare un comportamento così grave da parte dei poliziotti per spirito di appartenenza». È questa la testimonianza resa da Michelangelo Fournier, all'epoca del G8 a Genova vice questore aggiunto del primo Reparto Mobile di Roma e oggi uno dei 28 poliziotti imputati per la sanguinosa irruzione nella scuola Diaz. In aula, Fournier ha fornito infatti una nuova versione su quello che aveva visto nella scuola al momento della sua irruzione: non manifestanti già feriti a terra, ma veri e propri pestaggi ancora in atto.
«I POLIZIOTTI HANNO INFIERITO» - «Arrivato al primo piano dell'istituto - ha detto Fournier - ho trovato in atto delle colluttazioni. Quattro poliziotti, due con cintura bianca e gli altri in borghese stavano infierendo su manifestanti inermi a terra. Sembrava una macelleria messicana». Nelle dichiarazioni invece rese precedentemente dal poliziotto ai pubblici ministeri Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini il poliziotto aveva raccontato di aver trovato a terra persone già ferite e non pestaggi ancora in atto. «Sono rimasto terrorizzato e basito - ha spiegato - quando ho visto a terra una ragazza con la testa rotta in una pozza di sangue. Pensavo addirittura che stesse morendo. Fu a quel punto che gridai: "basta basta" e cacciai via i poliziotti che picchiavano».
«HO DETTO DI CHIAMARE LE AMBULANZE» - Fournier, sollecitato dalle domande del Pm Francesco Cardona Albini ha aggiunto: «Intorno alla ragazza per terra c'erano dei grumi che sul momento mi sembrarono materia cerebrale. Ho ordinato per radio ai miei uomini di uscire subito dalla scuola e di chiamare le ambulanze». Fournier ha poi raccontato di aver assistito la ragazza ferita fino all'arrivo dei militi con l'aiuto di un'altra manifestante che aveva con sè una cassetta di pronto soccorso. «Ho invitato però la giovane - ha raccontato - a non muovere la ragazza ferita perché per me la ragazza stava morendo».
«HA SBAGLIATO A TACERE» - «Il dottor Michelangelo Forrnier - scrive in un comunicato il Comitato Verità e Giustizia per Genova - ha sbagliato a tacere per sei anni su quello che ha visto dentro la scuola Diaz. Proprio lo "spirito di appartenenza" avrebbe dovuto spingerlo a raccontare tutto e subito. Solo così avrebbe servito nel migliore dei modi, con lealtà e responsabilità, lo stato di cui è funzionario. Ad ogni modo, sia pure in ritardo, ha raccontato ciò che ha visto, confermando le testimonianze di decine di persone. Il dottor Fournier ha parlato di "macelleria messicana". L'attuale ministro degli Esteri, nel 2001, parlò di "notte cilena". Si ricorre all'esotismo, ma siamo di fronte a una "perquisizione all'italiana" che ha macchiato la credibilità della polizia e dello stato. A questo punto chiediamo: il capo della polizia non ha niente da dire? Il ministro degli Interni farà finta di nulla anche stavolta? Il parlamento continuerà a tenere in un cassetto la legge sulla commissione d'inchiesta?
COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA - «La testimonianza resa da Michelangelo Fournier è l'ennesima conferma della necessità di istituire quella commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti del G8 di Genova, prevista nel programma di governo dell'Unione e che il centrodestra, nella precedente legislatura, ha sempre negato». Lo afferma il vice presidente della Camera e parlamentare della Sd, Carlo Leoni, commentando la deposizione di oggi presso il tribunale penale di Genova.

martedì 12 giugno 2007

No Bush! Bella Ciao!



In Piazza del Popolo, a Roma, durante il sit in di protesta contro l'arrivo di Bush, abbiamo girato il video dell'esibizione dei Modena City Ramblers accompagnati dai Folkabbestia.
Se cliccate sul video e andate alla pagina di YouTube potrete vedere come le due distinte manifestazioni contro il presidente americano abbiano suscitato numerose reazioni a volte anche rabbiose. Addirittura questo video si è piazzato al 65° posto nella classifica dei video più commentati del giorno 11 giugno. Ciò è indicativo del dibattito che si sta sviluppando intorno al futuro del nostro partito e alla spaccatura dei Movimenti.

domenica 10 giugno 2007

L'assessore

Il segretario del nostro circolo Giuseppe Dubla è stato nominato dal Sindaco Raffaele Ricchiuti assessore con delega all'Assistenza, Sport e Tempo libero.

La Giunta Comunale sarà composta anche da:
  • Anna Maria Mangieri (Vice Sindaco con delega ai Tributi comunali, Igiene e Sanità, Servizi pubblici locali, Istruzione e Turismo)
  • Giuseppe Montefinese (Lavoro, Industria, Agricoltura, Commercio e Artigianato)
  • Sante Coretti (Politiche giovanili, Cultura, Beni monumentali, architettonici e naturalistici, Arredo e decoro urbano)
  • Leonardo Recchia (Patrimonio, Edilizia, Urbanistica, Lavori Pubblici e Ambiente)
  • Michele Vitucci (Politiche sociali, Aree mercatali, Informatica comunale, Finanziamenti regionali, nazionali e comunitari)

giovedì 7 giugno 2007

martedì 5 giugno 2007

venerdì 1 giugno 2007

28 maggio 2007: la vittoria!

Un omaggio alla vittoria della lista Uniti per Ferrandina e del sindaco Elio Ricchiuti: un racconto per immagini dal pomeriggio di attesa del 28, passando per la serata di festa in Piazza Plebiscito, fino alla proclamazione ufficiale degli eletti del 29 mattina.
Buona visione!

Rifondiamo l'agenda...

  • 2-8 giugno: Rostok, Germania, manifestazioni anti-G8
(info: http://www.giovanicomunisti.it)

  • 9 Giugno: Manifestazione nazionale, "Con l'altra America fermiamo tutte le guerre di Bush" in occasione della visita a Roma del presidente americano nella capitale
(info: http://www.nobush2007.org)

  • 16 Giugno: Manifestazione nazionale, Roma Pride 2007 - Parità, Dignità, Laicità
(info: http://www.romapride.it)

  • 16-17 Giugno: A Roma nasce la Sinistra Europea in Italia
(info: http://www.sinistraeuropea.it)