lunedì 18 giugno 2007

Lettera aperta ai bloggers ferrandinesi

Come iscritti al circolo del Partito della Rifondazione Comunista di Ferrandina, pensando di interpretare il sentimento degli altri iscritti e di tutti i nostri elettori e simpatizzanti, ci sentiamo in dovere di intervenire in merito ai numerosi post di utenti anonimi che sul blog ferrandinapensa&vota hanno deliberatamente infangato la nostra ideologia di riferimento e la nostra memoria storica, spesso attraverso una brutale opera di generalizzazione e di parziali ricostruzioni storiche.

Il messaggio che si vuol far passare è chiaro: affiancare, nelle colpe e negli errori, gli opposti estremismi, in un matassa inestricabile di superficialità, qualunquismo e revisionismo.

Equiparare il comunismo e il nazifascismo, i partigiani e i fascisti, gli oppressi e gli oppressori, mischiando in un unico calderone foibe, lager, noglobal, brigate rosse, come è stato più volte fatto, vuol dire strumentalizzare la Storia!

Ognuno è libero di dire quello che vuole, assumendosi apertamente le proprie responsabilità, ma non può certo far passare messaggi mistificatori per verità assolute!

Questo nostro intervento non vuole avere nessun intento censorio e nessuna pretesa di ricostruzione storica, cosa questa che non spetta certamente a noi: vogliamo solo specificare alcuni punti per una discussione più precisa e sgombra da ogni equivoco.

Vogliamo gridare la ferma condanna contro le degenerazioni staliniane, le dittature totalitariste, l’annientamento dei diritti civili dell’uomo, la pratica barbara e vile del terrorismo. Errori, orrori, storture che hanno attraversato e macchiato la Storia, tutta la Storia, compresa quella ormai lunga del movimento comunista.

Vogliamo difendere il carattere democratico e antifascista della Repubblica e della sua Costituzione, nata dopo la lotta di liberazione dal nazifascismo condotta da tutte le forze democratiche italiane con il sostegno degli Alleati angloamericani.

Vogliamo riaffermare, con forza, la specificità del comunismo italiano, il grande contributo di idee e di uomini che il PCI ha saputo dare alla crescita sociale e culturale di tutto il Paese.

Comunisti erano:
Antonio Gramsci, il fondatore del PCI, uno dei padri del pensiero moderno europeo ed italiano;
Palmiro Togliatti, “il Migliore”;
Luigi Longo, il comandante “Gallo”, stratega della Resistenza italiana, presidente del Comitato di Liberazione Nazionale;
Umberto Terracini, il primo firmatario della Costituzione Italiana;
i 7 fratelli Cervi, martiri contadini della Resistenza fucilati dagli invasori tedeschi;
i siciliani che lottavano per le terre massacrati a Portella della Ginestra dal bandito Salvatore Giuliano, assoldato dalla CIA;
Luchino Visconti, Roberto Rossellini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Cesare Pavese, Italo Calvino, Alberto Moravia, Leonardo Sciascia e i loro travagli artistici ed intellettuali;
Pier Paolo Pasolini, con il suo immenso talento e la sua diversità;
Pio La Torre e Peppino Impastato, massacrati dalla mafia per le loro battaglie;
Enrico Berlinguer e la sua acclarata integrità morale;
Nilde Iotti, già partigiana e apprezzata Presidente della Camera dei Deputati;
comunisti sono Pietro Ingrao e Fausto Bertinotti, con i loro vecchi e nuovi incarichi istituzionali; Nichi Vendola, il suo moderno meridionalismo, la sua fede, la sua omosessualità.

Comunisti, in Italia e nel mondo, sono tutti coloro che sentono dentro il malessere delle ingiustizie sociali, che lottano per superarle, che pensano che questo non sia il migliore dei mondi possibili, che provano a non omologarsi al pensiero unico del mercato e delle sue logiche, a costruire una società libera, equa e multiculturale, dove la civiltà prevalga sulla barbarie.

Rifondare il comunismo, oggi, significa provare, attraverso la pratica della non violenza e insieme ai Movimenti, a stabilire un ordine mondiale diverso e a costruire un nuovo umanesimo. E’ la nostra dolce utopia…

Questo siamo noi, queste sono le nostre radici, questo è quello che vogliamo.

Siccome sono in ballo le idee e le sensibilità di milioni di uomini e donne, pretendiamo nei vostri liberi discorsi serietà e onestà intellettuale: non dipingeteci per quello che non siamo!

Anche perché… non ci avrete mai come volete voi!


Pietro Monteleone
Nicola Agata
Nicola Monteleone
Ferdinando Eustazio
Alfonso Cancellara
Rosa Rivelli
Giuseppe Dubla

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido pienamente la vostra lettera. Credo che la sinistra non può permetersi distrazioni in un periodo dove la cultura della paura decide il futuro degli uomini. Multinazionali come Monsanto, Shell, Esso (inquinatori), in nome dell'ambientalismo mondiale, condizionano, con il terrorismo della paura, le scelte future dell'umanità.
La storia si ripete.

Josè Milanese

Anonimo ha detto...

Le idee che ci accomunano sono principi di vita che ci accompagnano nel nostro cammino...espanderli al mondo significherebbe creare una comunità pacifista, contro ogni male, contro ogni sfruttamento, per una multietnicità e multiculturalità che andrebbe al di sopra dei contrasti e delle deficienze della comunità in cui viviamo...veniamo dipinti in modo diverso perchè questi concetti non a tutti piacciono...facciamo parte di una societa malata, corrotta e malefica, pronta a rubare ai poveri per dare ai ricchi...lode e gloria a tutti coloro che si sono battuti e si battono per combattere queste piaghe!
Nella speranza di un mondo migliore..
Saluti

Anonimo ha detto...

INCANTATO!
Una risposta ci voleva per mettere fine a tutte quelle idiozie che si sono dette!
Volete un mondo pulito,un mondo in cui regni l'onestà e la fratellanza,un mondo privo di ingiustizie,falsità e ipocrisia.
E'proprio il caso di dire che si sente il bisogno di rifondare,avete ragione ma la strada da fare è tanta!
Permettetemelo,qualcuno potrà pensare che siete degli ILLUSI ma soltanto chi vi conosce(anche se io alcuni di voi non li conosco)può capire quanto grande sia la vostra volontà di voltare pagina,di cambiare lo stato attuale delle cose!
Per questo vi ammiro e vi ammirerò,da adesso sono anch'io ufficialmente un ILLUSO!
Siete bellissimi...anche senza lifting!

RH77 ha detto...

La lettera è stata inviata naturalmente anche al blog ferrandinapensa&vota.
Siamo in attesa che venga pubblicata anche lì...

Anonimo ha detto...

per rendere anche quel blog una colonia fenicia...

Anonimo ha detto...

Prendendo spunto dalle paure del temerario anonimo, riporto un articolo di Andrew Sullivan del New York Times sul rapporto tra comunismo e internet.


"Che cosa succede quando scarichiamo dei files - che siano brani musicali, testi o altro - da Internet? L’unica definizione adatta è comunismo. Ciò che sperava Marx si realizza oggi, perché una nuova alba nelle relazioni economiche tra esseri umani è stata resa possibile da una nuova tecnologia umana. Quando entriamo “in rete”, diventiamo come contadini medievali che entrano nelle proprietà comuni del villaggio; quasi tutto è condiviso. L’unica differenza è che, rispetto al Medio Evo, la nostra moderna capacità di duplicare qualunque cosa istantaneamente significa che la proprietà non è neanche “condivisa”. E’ di tutti simultaneamente. Trasformando la proprietà fisica in una proprietà “elettronica” duplicabile all’infinito, l’annoso problema del “mio-tuo” è stato sostanzialmente risolto. C’era una volta la parabola dei pani e dei pesci, ora c’è quella del taglia e incolla. Per la prima volta da quando Platone lo sognò per la prima volta ne “La Repubblica”, il comunismo è ora realizzabile. E per la prima volta da quando Marx l’ha battezzato, il comunismo ha senso. Ma questo non significa che il mondo reale è cambiato. Viviamo in tempi in cui il mercato è la cosa più vicina ad una religione civica che abbiamo. Il denaro non è stato mai così importante nel determinare le prospettive di vita e crescono le diseguaglianze economiche.
Ma il mondo “on-line” è diverso. Ma insieme alla crescita del capitalismo elettronico, e inscindibile da esso, c’è la natura tenacemente comunista della rete in sé. Quello che la rete fa meglio, dopo tutto, è trasmettere informazioni e Internet ha dimostrato che l’informazione gratuita è largamente prevalente su quella a pagamento. Tranne i siti pornografici o qualche sito commerciale, la rete è ancora in gran parte libera per chiunque abbia un modem e una linea telefonica. Molti siti di informazione che prima erano a pagamento hanno ceduto al www. comunismo. Inoltre, praticamente, ogni informazione contenuta in un sito può essere copiata e incollata dagli abbonati e inviata ai non abbonati, vanificando ogni pagamento.
Gli intellettuali di sinistra si sono a lungo preoccupati di come gli spazi pubblici siano diventati sempre più privati. I liberali hanno sottolineato i pericoli della diseguaglianza economica per la vita dei cittadini. Ma la rete ha fornito piccole risposte a entrambi. Mentre la vita pubblica si è contratta nella realtà, essa si è estesa esponenzialmente on-line. Agendo da contrappeso critico alla cultura del mercato, la rete ha creato interazioni tra cittadini casuali, uguali, a distanze inimmaginabili prima. In quella città virtuale che la rete sta rapidamente diventando, si può entrare indisturbati in migliaia di appartamenti, ascoltare ogni tipo di musica o leggere ogni libro che vi si trova, gratis. Ci sono pochi poliziotti, nessuna tassa e, tranne che per pochi luoghi esclusivi, nessuna chiave, serratura, pedaggio o guardia di sicurezza.
Questo è quello che sognava Marx. Di questo fantasticava Platone. E’ quello che Thoma More chiamò “Utopia” o “terra che non esiste”. Ma E-topia è ovunque e da nessuna parte allo stesso tempo. Ricordate il cruccio principale di Marx: che il mercato, trasformando ogni cosa in denaro, aliena gli esseri umani tra di loro e da se stessi. Piuttosto che rapportarci tra di noi, ci rapportiamo al denaro. Invece di fare qualcosa di significativo con le nostre vite, diventiamo unità specializzate di produzione economica, valutati non per quello che siamo ma per quello che produciamo e consumiamo. Parte del sogno della coscienza comunista era che abolendo questo sistema, liberando gli esseri umani dalla tirrannia dell’essere strumenti della creazione di ricchezza, saremmo tutti diventati più pienamente umani.
Saremmo stati finalmente fini, non mezzi. Avremmo potuto coltivare la terra, innamorarci, suonare, tutto nello stesso giorno! Saremmo stati nuovamente autentici, valutati non per il nostro valore monetario ma per le nostre capacità umane, che avremmo potuto liberamente e spontaneamente condividere con chiunque altro.
(...) Dissolvendo la proprietà, il web non ha bisogno di forze di polizia e, eliminando curiosità e cattiveria, avvince la natura umana, più che combatterla. A differenza del comunismo, il www. comunismo viene applicato attraverso la decisione impulsiva di milioni di utenti. Cerca di farli pagare e aspetterai a lungo che qualcuno si faccia vivo; rendilo gratuito e arriveranno correndo. Il web fa anche un’altra cosa sognata da Marx: va oltre ogni precedente innovazione nell’alleviare il problema dell’ “alienazione borghese”. Per molti, la democrazia del mercato significa ancora che le persone vengono valutate in base alla loro capacità di creare ricchezza, non per la loro intrinseca dignità umana. Per molti altri, essa significa posti di lavoro che non vedono l’ora di lasciare il venerdi’ per poter respirare un po’ durante il week-end.
Per altri ancora, significa non dimenticare mai il denaro e l’appartenenza di classe. Dovunque vadano, i loro vestiti, l’accento e il denaro li tengono discretamente al loro posto. Ma su Internet, un semplice nome sullo schermo ti porta quasi ovunque liberamente. Improvvisamente, entrano in gioco motivazioni diverse dal profitto. La gente ti regala musica perché vuole che tu la ascolti e ne gioisca. La gente mette su i propri siti web perché vuole comunicare. Gli articoli più graditi circolano liberamente e le banche dati sono collegate tra di loro, solo per il reciproco piacere. Abolendo il “mio-tuo”, il web aiuta anche ad abolire la distanza alienante tra le persone. A parte le chiese - e anche loro ricevono donazioni - il web è una delle poche organizzazioni private veramente potenti che non hanno il denaro come punto focale.
Certo, sempre più siti ti chiedono di comprare, non di sognare, ma come dimostrano i loro margini di profitto, non è per questo che è fatta questa tecnologia. Quante più esperienze - musicali, letterarie, erotiche - vengono tradotte in entità post-fisiche scaricabili, tanto più i profitti spariscono. Ma non sarà così tragico come sembra. Al limite, i musicisti si ricorderanno che il vero motivo per cui hanno cominciato a suonare era per esprimersi e comunicare, piuttosto che per far soldi. Il www. comunismo aiuterà gli artisti a ritrovare le loro autentiche ispirazioni. L’unico problema, naturalmente, è che a molti di noi piace il nostro individualismo borghese. Io sono in qualche modo contento di essere pagato per quello che scrivo, piuttosto che farlo gratis. Si può dunque immaginare la battaglia ideologica all’orizzonte: l’avidità da una parte si confronterà con il “comune” reso praticabile dalla tecnologia dall’altra.
Probabilmente, anche i giornalisti si abitueranno all'idea marxista di scrivere per più di un pubblico borghese, e per qualcosa di più di un assegno.
Per dirla crudamente, uno spettro si aggira per l'America: lo spettro del www. comunismo. Naturalmente, i grandi problemi che Marx ha idfentificato - alienazione e disegualianza - non saranno risolti da questo, ma ne saranno alleviati, e in modi che stiamo solo cominciando ad apprezzare. Non è richiesta alcuna rivoluzione e non c'è neanche bisogno di liquidare la borghesia. In realtà, è il capitalismo ad aver reso possibile tutto questo, esattamente come Marx sospettava che sarebbe avvenuto. E cosa è più allettante, all'alba del nuovo millennio, di un mondo high-tech che risolve problemi umani low-tech?
Perciò facciamo tremare le classi capitalistiche e la SIAE. I www. comunisti non hanno da perdere che le loro catene. E hanno un web da vincere."

Anonimo ha detto...

precisazione dovuta e doverosa!!!!!!!l'antifascismo in Italia deve continuare ad essere una "RELIGIONE LAICA".

Anonimo ha detto...

Mi sa che avete dato troppa importanza al sito "pensa e vota" in quanto vi siete sentiti attaccati come partito...mmmh davvero??
Secondo me il vostro è un atteggiamento provocatorio e su quel sito abbiano fatto bene a non pubblicare questa lettera,sia per dire la vostra sul comunismo,ma imponendovi(ma per carità,magari boi siete i più idonei a farlo)
e pubblicando ugualmente una lettera di partito quando quel blog si è sempre mantenuto lontano e imparziale.(da quanto ho visto non è mai stata pubblicata una lettera di partito)
Seguendo la vicenda intera zitto zitto dal computer di casa mi sembra di aver capito che sia stata proprio la vostra recidività a far cancellare i vostri commenti e a non far pubblicare la vostra lettera...sembra che non siano stati - i vostri - i modi più idonei di chiedere un "favore"
infatti mi domando e dico:"perchè avete chiesto di pubblicare la lettera quando l'avete fatto ugualmente voi,ignorando il parere dei bloggers???"
Io non lo so...so solo che si è creato un putiferio...qualcuno avrebbe parlato addirittura di "censura fascista".
Permettetemi l'anonimato, non mi va di espormi,anche perchè non mi sembra di aver offeso nessuno.
Grazie.

Saluti,
un attento lettore.

Anonimo ha detto...

non è stata pubblicata alcuna lettera di partito, semplicemente perchè, nessun altro partito ne ha inviata una da pubblicare!!!!!!!!!! era solo il nostro punto di vista come PRC, sulla diatriba fascisti-partigiani e fascismo-comunismo!!!