mercoledì 11 luglio 2007

Crisi industriale

Ancora un colpo mortale al fragilissimo tessuto occupazionale del nostro territorio: l’avvio della procedura di mobilità alla CFP di Pisticci Scalo segna un ulteriore e drammatico punto di crisi per quel che resta del comparto industriale lucano.
Il Governo si occupi del Sud.
Il gruppo consigliare di Rifondazione Comunista alla Provincia di Matera nell’apprendere dell’ennesima crisi che ha investito il già fortemente compromesso tessuto industriale della nostra provincia - con l’avvio unilaterale della procedura di mobilità alla CFP di Pisticci Scalo dove si perdono 69 posti di lavoro e l’avvio della procedura di fallimento avviata dalla Nylstar che mette a rischio ammortizzatori sociali e TFR dei lavoratori – denuncia con profonda preoccupazione l’acuirsi di una crisi che viene travolgendo l’intera comunità provinciale e che potrebbe generare un vero e proprio allarme sociale nei nostri territori.
Si ritiene, a tal proposito, non più rinviabile un intervento che deve essere tempestivo e di massa di forze sociali ed enti locali nei confronti di Governo e Regione affinché il Governo nazionale attui la parte del programma relativa alle politiche industriali e del Mezzogiorno e convochi urgentemente il tavolo di confronto nazionale per affrontare organicamente una crisi divenuta insostenibile e che oggettivamente destabilizza e impedisce il governo stesso del territorio.

Matera, 10 luglio 2007
Vincenzo Dambrosio
Capogruppo PRC-SE alla Provincia di Matera

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho letto questa lettera ieri, tramite mail, e già dalla lettura dell'oggetto ho capito di cosa si trattasse....
Questa, purtroppo, è una situazione che nel mezzogiorno, ma soprattutto dalle nostre parti, è presente da tempo ed è fautrice di scossoni economici, politici e sociali. Molti ritengono retrograde le insurrezioni di massa nei confronti dei capitalisti, della politica regionale e nazionale, ma invece io ritengo che in questi casi sia cosa giusta e necessaria, in quanto unico modo per far sentire la voce del lavoratore, o meglio, di chi ha davvero voglia di lavorare!