martedì 7 aprile 2009

Dimissioni del Sindaco RICCHIUTI - Intervento del compagno Giuseppe DUBLA

Prendiamo atto delle dimissioni del Sindaco, come atto consequenziale e finale di un’ esperienza amministrativa fallimentare, così come ritengo, sia definitivamente chiusa l’esperienza del centro sinistra a Ferrandina.
Le ragioni del fallimento sono indubbiamente tante e alcune di esse potrebbero risultare nobili,come per esempio lo scontro sul modo di intendere la programmazione del territorio.
Questa nobiltà, però, non appartiene ad un manipolo di personaggi che contrabbanda il bene pubblico con interessi diversi.
Interessi tutti interni ad una compagine che di politico non ha più nulla.
Dando per scontato che siamo qui per prendere atto delle sue dimissioni, nell’assurda ipotesi, e sottolineo assurda, che ciò non avvenga o che Lei venga meno ad una decisione già presa, sappia Signor Sindaco che avrà a che fare con un altro pezzo mancante di progettualità, idee e quindi futuro.
Paradossalmente, l’auspicata sufficiente maggioranza, vedrà un’ulteriore sottrazione di risorse immateriali che può venire SOLO da persone e cittadini con dignità e reale idea del bene pubblico.
Oggi, qui, tutti noi siamo legittimati a chiederci quali sono le reali motivazioni che hanno spinto quel che resta di un partito che si chiamava PD a Ferrandina, ad aprire una crisi dai contorni incerti e dai contenuti sicuramente non trasparenti.
Se fossero le motivazioni addotte in questo consiglio dal consigliere Giuseppe Montefinese, nulla abbiamo ascoltato dalla voce del primo cittadino di marcia indietro sui suoi comportamenti isolazionisti e decisionisti, tendenti ad escludere qualsiasi decisione collegiale e democratica.
Siamo consapevoli, d’altronde, che se la ormai ex maggioranza si è frantumata in una miriade di individualismi opportunistici, certamente la minoranza non solo non ne è immune, ma per alcuni di essi possiamo individuarne anche le origini culturali.
Non si deve mai confondere la coesione per la gestione del potere, con la capacità di tutelare il bene pubblico e programmare il futuro dei cittadini.
Per questa seconda parte dovremo ancora attendere.
E poiché riteniamo che l’amministrazione della cosa pubblica non sia un gioco, noi, Sindaco, l’abbiamo presa sul serio quando si è proposto a candidarsi come primo cittadino di questa comunità, così la prendiamo sul serio quando decide di rassegnare le sue dimissioni. Decisione alla quale La invitiamo a non venire meno.